Brexit, tagliare i “child benefits” ai migranti Ue non fa la differenza

L’ossessione di Cameron per i benefit dei migranti europei finisce per giocargli qualche scherzo, almeno sui numeri della propaganda. In una lettera indirizzata al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk (https://www.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/475679/Donald_Tusk_letter.pdf ) il premier britannico nelle negoziazioni sulla Brexit, proponeva di abolire i benefit per i migranti Ue residenti in UK per i figli a carico che si trovino però in un altro stato membro. A sorprendere è che solo lo 0.26 % del totale dei sussidi previsti per i figli a carico sono erogati a genitori che hanno bambini residenti in un altro paese europeo. È quanto emerge da un’analisi di Uuriintuya Batsaikan del think tank economico Bruegel (http://bruegel.org/2016/02/child-benefits-for-eu-migrants-in-the-uk/ ) . Nel 2013 a beneficiare dei sussidi sono state 7.5 milioni di famiglie in Inghilterra per 13.1 milioni di bambini, per una spesa totale di 11.5 miliardi di sterline da parte del Regno Unito. Da sottolineare rimane il fatto che rispetto al numero totale dei beneficiari, solo 20.288 famiglie con 34.052 bambini residenti all’estero hanno ricevuto i sussidi inglesi. Per quanto riguarda le detrazioni fiscali per i figli a carico nel corso del 2012 , prosegue l’analisi, 4.1 milioni di famiglie in UK ne hanno beneficiato, ma di queste solo 3.447 avevano figli residenti in altri stati membri.

Le leggi nazionali inglesi ,ricorda l’analisi, non prevedono il pagamento di sussidi per i figli dei residenti in UK , che però vivono altrove, un regolamento della Commissione Ue del 2004 ha stabilito che i paesi europei debbano comprendere nei “family benefits” anche i figli residenti in un altro stato Ue.

Secondo i dati Raccolti da Bruegel, a ricevere più sussidi dal Regno Unito sono le famiglie con i bambini residenti in Polonia : 64.9% delle famiglie totali per oltre 13 mila bambini . Subito dopo i nuclei familiari irlandesi (6%) a sostegno di 1.231 minori, poi i lituani (5.9%) per 1.215 bambini. Mentre sono 156 i bambini residenti in Italia che hanno ricevuto il sostegno inglese.

Nel caso passasse, la proposta di Cameron si tratterebbe di ridurre gli assegni in base al costo della vita del paese dove risiede il bambino beneficiario. In Inghilterra le famiglie godono di assegni settimanali di 20.70 sterline per il figlio maggiore o il figlio unico , a cui si aggiungono 13.70 sterline per un figlio aggiuntivo. Mentre in Polonia si riceve una cifra mensile che varia tra le 14-21 sterline, in Irlanda circa 129 sterline al mese, in Lituania 29 sterline al mese.